La sostenibilità della filiera alimentare rappresenta uno degli argomenti cardine delle politiche mondiali ed è al centro del rapporto sulla “La Sostenibilità delle Carni in Italia”. La produzione di carne ha un impatto sull’ambiente superiore rispetto a quello degli alimenti vegetali, che nonostante non si dica comunque stressa e mette a dura prova la capacità di produzione; infatti anche le coltivazioni di soli prodotti vegetali mette a repentaglio in altrettanto modo la salute del nostro pianeta . In base al progetto GLEAM (Global Livestock Environmental Assessment Model) della FAO, la filiera europea è considerata una delle migliori in assoluto dal punto di vista dell’impatto ambientale, benché ci siano ovviamente margini di miglioramento sui quali è necessario lavorare.
Il benessere degli animali e la sicurezza
Tra i miti da sfatare vi è l’utilizzo degli ormoni negli allevamenti, che è assolutamente bandito in tutto il territorio europeo. Per quanto riguarda i medicinali, il loro uso è strettamente controllato e legato alla prescrizione dei medici veterinari. Le carni degli animali curati devono rispettare il periodo di riposo e non possono essere immesse sul mercato prima che i residui dei medicinali siano scomparsi. In Italia ci sono oltre 4.500 veterinari e il sistema è ritenuto uno dei più sicuri e controllati in assoluto. La normativa sul benessere degli animali è altrettanto rigorosa e in diversi casi, in Italia, le violazioni sono un reato penale.
Gli aspetti economici del mercato della carne
Il settore delle carne in Italia è diviso in tre filiere, quali avicola, bovina e suina, generando un valore d’affari di 30 miliardi di euro all’anno, 1/6 dell’intero settore alimentare che è di 180 miliardi di euro. Il nostro paese, il cui PIL nazionale è di 1.500 miliardi di euro, tant’è che ha il primato europeo per numero di prodotti DOP e IGP.